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Roiter al Fotoclub "Padova"

Via Curzola, 15 -  28 settembre 2011, ore 21.00

Fulvio Roiter (Meolo, VE, 1926) è un grandissimo fotografo che si inserisce nella tradizione della pittura veneta, che ha dato autori come Tiziano Vecellio, Giorgione o i Tiepolo. Le sue immagini cantano la vita, la gioia, l'ebbrezza dei sentimenti, l'amore. Il segno è pulito, arioso, classico. Alle spalle c'è il Neoclassicismo di Canova e i "quadri di vita quotidiana" di Goldoni. Esse invitano lo spettatore ad abbandonarsi ai piaceri dei sensi, ai sentimenti, alle emozione, all'attimo fuggente. I minatori siciliani degli anni Cinquanta trasmettono forza, titanica volontà di sconfiggere il Destino, non trasmettono mai sentimenti di sconfitta, delusione, impotenza, disperazione. E a 60 anni di distanza il fotografo veneziano propone lo stesso entusiasmo, lo stesso ottimismo e lo stesso amore per la vita e per l'arte. I fotografi dei fotoclub possono confrontarsi con questa visione della vita e della fotografia, e dire la loro.

Il fotografo ha rispettato la successione temporale degli eventi (autografi, presentazione del libro, autografi). Ha "tagliato" gruppi di persone, ha fatto foto singole. Si è incentrato sulla mimica dei presenti, in particolare di Roiter. Ha voluto dare costantemente l'idea della "calca", ma anche l'idea della somma attenzione dei presenti alle parole dell'ospite. Ha insistito sul "caos" della vita, mentre sullo schermo scorrevano immagini di classica bellezza ed armonia. Si è insomma richiamato all'estetica barocca, usando per altro alcune caricature di Leonardo e alcune idee prese dai quadri familiari di Vermeer. Nonostante la poca luce, ha provato una immagine "a zig zag" con tre persone (foto 24). Il montaggio è fatto su passaggi semplici e contrastanti, come ad esempio le foto 01 e 02 qui a lato. La luce scarsa spingeva a impostare il reportage su soluzioni barocche  (il culto del brutto e dell'eccesso) o pre-romantiche (il culto dell'orrido e della notte), cose che sono state fatte con  misura e discrezione. Inutile dire che tutto è stato reso possibile dalla Canon Eos1D Mark IV, obiettivo 24-105 mm f 4.

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